Gli accartocciati

01-Gli accartocciati

Gli accartocciati

Thodoris Koukias

Nefeli sente di non appartenere a nessun posto e a nessun gruppo, a volte nemmeno a se stessa. È come se i colori nella sua vita stessero sbiadendo, assorbiti da uno di quegli acchiappacolore che sua madre usa in lavatrice. La sindrome di Asperger ha fatto guadagnare a Ionas il titolo di adolescente più strano della scuola. Forse non è in grado di allacciarsi le scarpe o sorridere, ma ha un’intelligenza impressionante. E soprattutto non mente mai. Poi c’è Adela, bella e indipendente. Per lei solitudine e discriminazione non sono novità, dal momento che per i suoi compagni è solo “l’albanese”. Essere outsider avvicina i tre amici, ma li rende anche un facile bersaglio per chi si sente minacciato dalla loro diversità.

Autore

Thodoris Koukias ha studiato Economia in Grecia, Management in Inghilterra e poi, di nuovo in Grecia al dipartimento di lingue straniere, Traduzione e Interpretazione. Ha lavorato come impiegato di banca, come consulente per l’imprenditoria giovanile, e ora è un insegnante di scuola secondaria. È autore di due romanzi young adult, il primo dei quali, Gli Accartocciati, è stato inserito nella shortlist dei premi più prestigiosi della Grecia, ed è stato selezionato nel 2017 dalla International Youth Library come uno dei “White Ravens”, cioè i migliori libri per bambini di tutto il mondo.

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ISISTL Russell-Newton 1DL

Ambientato in una scuola superiore in Grecia, “Gli accartocciati” narra le avventure, o forse è più appropriato dire disavventure, di tre ragazzi appena approdati nella vita delle scuole superiori. Essi sono: Nefeli, figlia di genitori separati e spesso in viaggio per cambiare abitazione; Adela, albanese figlia di una prostituta, ed infine Ionas, una mente geniale limitata della disabilità dovuta alla sindrome di Asperger. 

Questi ragazzi dovranno affrontare un problema concreto ancora presente nella società: il bullismo. Si potrebbe forse pensare che proprio la Grecia, culla della filosofia e della democrazia, possa essere esclusa dall’avvenimento di questo fenomeno, ma non è così, infatti il bullismo esiste ovunque.

Devo ammettere che questo libro mi ha trasmesso molte emozioni, ma soprattutto ha coltivato in me una certa paura per la depressione. Io, infatti, anche se ho avuto periodi più tristi e angoscianti, non ne ho mai sofferto seriamente, e tramite questo libro ho potuto comprenderla meglio. Le scene in cui Nefeli si racchiude sotto le coperte, senza fronteggiare i problemi che le sbarrano la strada, mi ha fatto veramente provare pietà e tristezza per un personaggio non reale, cosa che raramente mi capita. Questo libro però mi ha anche molto confuso, infatti i capitoli di tabula rasa all’inizio proprio non li comprendevo, però poi quando ho letto che li aveva scritti Nefeli ero sbalordito: in quei capitoli raccontava la sua vita come un foglio di carta escluso dalla società delle A4! Devo ammettere che questa è veramente un’idea geniale e ha fatto in modo da poter creare un colpo di scena veramente interessante. 

Mi sento anche in dovere di dire che i personaggi sono descritti molto bene, e a me particolarmente piace Nefeli, infatti un po’ mi rivedo nella sua persona. Lo dico perché io mi reputo un ragazzo tranquillo e come Nefeli non seguo troppo la moda, né ho troppi amici come i coetanei di Nefeli, perché, come lei, mi trovo bene con il mio gruppetto di dieci o poco più amici.

Luca Mori (1D L)

IIS Alberti-Dante 1A
5 giorni fa

“Gli Accartocciati” è un libro che racconta la vita e la sofferenza dell’adolescenza, attraverso un percorso pieno di sfumature nella vita di un adolescente.

Tre giovani, tre storie diverse, e una società che li rifiuta per quello che sono veramente. Considerati “scomodi e sbagliati” solo perché non rientrano negli standard della società, quando, realmente, loro stessi sono vittime di questo sistema. E quel “tutto sbagliato” che la società rifiuta… a volte siamo proprio noi.

Nefeli, Ionas e Adela: tre adolescenti che vivono affianco a bullismo, solitudine e discriminazione.

Nefeli e la sua visione del mondo ma anche di se stessa, una ragazza che si sente scolorire lasciando impronte che segnano la sua identità, accompagnata anche dal dolore della separazione dei suoi genitori.

Ionas, un ragazzo con la sindrome di Asperger. Intelligente, particolare e unico con il suo modo di dimostrare esternamente se stesso. Non apprezzato dagli altri, il suo valore viene nascosto, etichettato come “strano”. 

Infine Adela, una ragazza immigrata albanese che lotta ogni volta contro il pregiudizio, l’opinione che gli altri hanno su di lei senza nemmeno conoscerla.

La loro amicizia è come se fosse il cuore del libro. È forte, stabile, ed è ciò che li aiuta a resistere in un mondo, un luogo che spesso non li capisce.

L’autore ci fa capire che l’adolescenza non è solo spensieratezza, ma anche battaglie interiori, momenti difficili e fallimenti.

Ma fallire non ci rende dei falliti. Anzi, spesso proprio da lì si ricomincia.

Il libro parla anche delle difficoltà che il liceo pone a loro.

Eppure c’è comunque sempre un filo invisibile che li tiene uniti, nonostante le loro diversità.

probabilmente è proprio questo il punto: le loro unicità sono il loro filo.

Tutti noi ne abbiamo uno.

Un bel romanzo che consiglio a tutti ma principalmente a noi adolescenti per scoprire nuovi punti di vista della vita come adolescente, storie che fuori da un semplice libro possono essere decisamente reali trattando dei tempi che anche noi potremmo vivere realmente, non siamo soli, nessuno lo è.

Jericho Masaoy Perez

IIS "G. Peano" 1ALL
4 giorni fa

La storia parla di una ragazza di nome Nefeli e dei suoi due amici Ionas e Adela che affrontano le difficili dinamiche scolastiche (come il bullismo, che ognuno di loro subisce perché considerati diversi dagli altri) e adolescenziali. Ad esempio Nefeli soffre molto per i costanti trasferimenti che affronta con la madre, per il divorzio dei genitori e per l’allontanamento del padre, al punto da arrivare alla depressione e all’autolesionismo.

Questo libro l’ho amato perché è riuscito a esprimere a parole ciò che è inspiegabile, come il sentimento di voler sprofondare ogni giorno sempre più nel proprio letto o quando il dolore che si prova è così tanto che si diventa completamente apatici, accartocciando i propri sentimenti e le proprie emozioni.

L’autore è riuscito anche a rappresentare perfettamente la vita sui social dei giovani, che è diversissima dalla vita reale e per cui i giovani farebbero di tutto per avere un like in più; esprime anche la pericolosità del cyberbullismo. 

É un libro molto “pesante” perché tratta di temi estremamente delicati, ma lo consiglio con tutta me stessa perché apre il cuore e la mente su argomenti che non vengono discussi abbastanza e nel modo giusto.

Vorrei riuscire a esprimere al meglio il mio amore per questo libro, ma non ci sono abbastanza parole per farlo; penso che mi limiterò a dire che questo romanzo mi rimarrà per sempre nel cuore e spero prima o poi di scordarmelo così che possa rileggerlo provando le stesse forti emozioni della prima volta.

Inoltre, per finire, questo libro dà un messaggio fondamentale, cioè che se soffri di depressione o se stai attraversando un periodo difficile, ne puoi uscire e c’è sempre qualcuno accanto a te che ti ama e ti aiuterà se hai bisogno anche se non lo credi e vedi tutto buio intorno a te.

Rossella Casini

Istituto "Russell - Newton" 2CL

“Gli Accartocciati”, di Thodoris Koukias, è un romanzo di formazione.
Nefeli, la protagonista del romanzo, è una ragazza che sente di non appartenere al mondo in cui vive; infatti, fin dall’inizio del racconto ci fa capire come lei non riesca a sopportare le cose e le persone che la circondano. Ionas è un altro dei personaggi; è affetto dalla sindrome di Asperger che gli altri suoi coetanei non riescono a comprendere e per questo viene considerato come “lo strano” e che quindi di conseguenza verrà deriso ed emarginato. Infine c’è Adela che a causa delle sue origini albanesi è considerata da tutti “la straniera”.
A mio avviso però la vera protagonista di questa storia è la diversità. Infatti il tema che sarà affrontato maggiormente riguarda soprattutto l’inclusione, una condizione di cui si parla tra le mura della scuola e fondamentale nella vita adolescenziale. I protagonisti, considerati degli outsider dai propri coetanei, si faranno forza l’uno con l’altro per tutto il racconto. Altri temi affrontati però sono anche il bullismo, che subisce Ionas da parte dei suoi compagni di scuola, e l’amicizia che salverà le vite di tre personaggi principali.

Questo libro è caratterizzato da una storia difficile ma allo stesso tempo dolce e delicata in cui le insicurezze, le paure e le problematiche fisiche e mentali di alcuni ragazzi vengono trasformate in una amicizia. Lo stile di Koukias è molto coinvolgente tanto che sono riuscito a finire il libro in pochi giorni. Nonostante la facilità nel leggerlo, “Gli accartocciati” non è un libro semplice; storie così andrebbero lette più frequentemente proprio per ricordarci che la diversità non deve essere vista come un ostacolo o un limite bensì come un mezzo per migliorare e crescere umanamente.Considero questo romanzo un libro che insegna a credere in sé stessi, a rispettare i propri sentimenti e le proprie idee.

Se dovessi attribuire una frase al messaggio che esso ci vuole trasmettere sarebbe questa: “non abbiate paura del giudizio degli altri ma, soprattutto, accettatevi per come siete, affinché non ci siano più limiti o ansie immotivate. Per voi invece che amate giudicare senza pensare che dall’altra parte ci possa essere qualcuno che soffra… aprite il cuore!”.

Sento di consigliare questo romanzo a dei giovani lettori che non passano molto tempo sui libri e che, secondo me, riuscirebbero a leggere questo libro in poco tempo ma, soprattutto, riuscirebbero a capire temi molto importanti.

DARIO LASCIALFARI, 2CL

Istituto Agrario Firenze 2D

Il libro parla di tre ragazzi, che, per motivi diversi, si sentono esclusi sia a scuola che nella vita. C’è Nefeli, che si sente sempre triste e spenta, Ionas invece ha la sindrome di Asperger, è molto intelligente ma non viene compreso dagli altri ragazzi; Adela viene vista solamente come “l’albanese” e giudicata per questo.

Questi ragazzi sono ben diversi tra loro, ma, quando si incontrano, fanno amicizia. Insieme trovano la forza di ribellarsi al modo in cui gli altri li vedono, capendo il valore di sé stessi e della vera amicizia.

Quando ho iniziato a leggere il libro pensavo si trattasse di una storia triste, ma ho capito che è piena di speranza. È uno di quei romanzi che ti fanno pensare, ma senza essere noioso o pesante. I personaggi sembrano veri, con i loro problemi e le loro paure, e mi sono ritrovata un po’ in ognuno di loro. Mi è piaciuta la trama, perché parla di situazioni vere, come sentirsi soli e diversi. Mi piaciuto il modo in cui i personaggi si aiutano tra loro e il libro mi ha fatto riflettere su come si è “bravi” a giudicare perché qualcuno è “strano” o “diverso”.

Martina Scaramuzza

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