La costa è lontana. Invisibile

Qualche giorno fa ho assistito ad uno spettacolo teatrale in classe, chiamato “il provino”. Ci è stato richiesto di scrivere un tema sulle migrazioni. 
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La costa è lontana. Invisibile

Qualche giorno fa ho assistito ad uno spettacolo teatrale in classe, chiamato “il provino”. Ci è stato richiesto di scrivere un tema sulle migrazioni. 
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La costa è lontana. Invisibile

Pietro Travaglini, 1° M ITT Marco Polo

Qualche giorno fa ho assistito ad uno spettacolo teatrale in classe, chiamato “il provino”. Ci è stato richiesto di scrivere un tema sulle migrazioni e mi sono fatto prendere dalle emozioni e dalle sensazioni di un migrante che parte dall’Africa e arriva in italia.

“A piedi per chilometri e chilometri, lungo un confine, con la testa bassa e senza parlare. Chi parla muore. Accovacciati non ci vedranno. Di qua si muore e di là c’è la vita. L’Italia me la immagino grande e piena di soldi e lavoro per me e i miei figli. Non posso rimanere qui, la paura mi attanaglia.

È di là dal mare, la terra che mi è stata promessa

È di là dal mare, la terra che mi è stata promessa dai signori che mi stanno trasportando per qualche centinaio di monete. Il silenzio ti scava nella testa, ti fa pensare.

Pensare fa male, non c’è niente di positivo nel ricordare il passato e ciò che sta alle spalle. Il mio villaggio è in pericolo, la guerra dura da 10 anni. In Italia non c’è alcuna guerra, solo speranza. Il mare non mi spaventa, il deserto non mi spaventa, il futuro non mi spaventa. Sono felice di vivere. Ora ci faranno salire in un camion per portarci in Italia.

Vorrei ridere, piangere, urlare di gioia e saltare come se fosse l’ultima cosa che faccio, ma non posso. Loro hanno i fucili, per farci stare zitti.

Il camion è partito, siamo in 300 dentro il rimorchio, fa caldo e il motore scalda ancora di più l’ambiente. Ci sono solo una decina di buchi per respirare e la gente scalcia e si rompe le costole a vicenda pure di potersi muovere, è difficile.molti devono fare i loro bisogni perché non ce li hanno lasciati fare prima di partire. C’è puzza di uomini, di sudore, di vita, di piscio, di morte. Nessuno fiata, se ci sentono siamo morti.

Loro hanno i fucili, per farci stare zitti

Dopo qualche ora comincio a non respirare più, mi sento un blocco sul petto ed il respiro esce a fatica dal naso. Ma l’Italia vale di più di qualche ora passata in un camion.

Siamo scesi, non vedo il mare all’orizzonte, solo sabbia e dune. Forse dovremo camminare ancora, sono stanco ma per la vita sono disposto a farlo. Sarei anche disposto a correre fino al mare e poi andare a nuoto pur di scappare da qui. Ho fame, e sete, e caldo.

Ci hanno solo fatti fermare, era un falso allarme, ci hanno detto di nasconderci e che ci sarebbero venuti a riprendere più tardi.

Non li vediamo tornare ancora, ma presto arriveranno, non possono lasciarci qui, ci sono anche delle donne e dei bambini.

Forse stanno tornando. Ci hanno fatti risalire sopra al camion.

Siamo arrivati nuovamente, sta calando la notte, credo che partiremo ora, la guardia costiera non ci vedrà arrivare con le tenebre. Vorrei poter arrivare in Italia con l’aereo ma non posso permettermelo. Ecco il gommone, sono arrivati.

La costa è lontana, invisibile.

Qualcosa non va, le onde ci piegano e ci sbattono in giro, qualcuno ha rischiato di cadere in mare, non c’è luce, probabilmente qualcuno è già caduto. Nessuno li ha sentiti urlare, nessuno sa il loro nome, nessuno sa quanti. La costa è lontana, invisibile.

La costa è lontana.

Invisibile.”

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