Una ragazza si sveglia all’improvviso in un luogo completamente buio. Ha coscienza di sé, sente i suoi pensieri, può parlare, ma non ricorda chi è, nemmeno il suo nome. Intorno a lei, il nulla.
Mentre cerca di orientarsi e di capire, decide di chiamarsi semplicemente “Io”. Almeno finché la memoria non ritorna. A riempire il vuoto, una storia: quella di Mel, che Io vede agire e vivere come su uno schermo del cinema. Mel ha una vita difficile – una madre complicata da gestire, una nuova famiglia che non le va giù – ed è tutt’altro che simpatica. Ma perché Io vede la sua vita? E Julian, il ragazzo gentile e schivo che compare ogni tanto accanto a Mel, che ruolo ha davvero? A poco a poco, il buio intorno a Io si anima e spuntano altre figure, si sentono voci.
E il mosaico che viene a comporsi cambierà la sua vita per sempre.
Questo libro parla di una ragazza che si risveglia in un luogo completamente buio, solamente lei, la sua coscienza, i suoi pensieri e le domande su chi potrebbe essere. Riesce a parlare ma non riesce a ricordare chi è e come si chiama quindi decide di chiamarsi IO. Questa situazione così strana viene rappresentato inizialmente da pagine nere. La storia della protagonista poi si chiarisce: nel corso del libro IO incontra Mal una ragazza molto antipatica dalla vita complicata e con una madre ingestibile. Inoltre incontra Julian che, a differenza di Mal, si rivela molto gentile e con il suo aiuto scoprirà molto di sé. Ma, sfortunatamente, il buio.
“Tu non esisti, Tu non sei nessuno. Parole che corrono dentro, si spendono come inchiostro nell’acqua. Ma la luce è sempre più forte basta solo lasciarla entrare.” Questa è la citazione che mi ha colpito di più di questo libro, penso che sia come un invito a non pensare alle paure che a volte prendono il controllo: “parole che ti corrono dentro”. Questa storia mi ha fatto molto riflettere e credo che sia un bellissimo libro e molto significativo, che tratta di argomenti molto delicati. Personalmente mentre lo leggevo mi sono fatta molte domande e la curiosità mi ha spinto a leggerlo velocemente. Lo consiglio a tutte le persone che attraversano un periodo di totale buio così da stimolarle a ricominciare da capo.
Gaia Vestri IFLes Peano
Collocato quasi interamente in un luogo completamente buio, “Come inchiostro nell’acqua” racconta di una ragazza che al risveglio non ricorda nulla di sé, neppure il nome. Decide perciò di chiamarsi Io e di cercare di comprendere da dove provengano i pezzi di vita appartenenti a un’altra ragazza, Mel. Frammenti che le scorrono davanti come su uno schermo, e che presentano situazioni familiari problematiche quanto dolorose. Oltre a questi spezzoni, nella non vita di Io appare l’intermittente presenza di Julian, un ragazzo gentile e timido nello stesso tempo. Io non riesce a comprendere queste presenze ed è proiettata insieme al lettore in un gioco di specchi. Gli indizi che si vanno accumulando nel corso della narrazione però non si incastrano fra loro, mandando volutamente in confusione i protagonisti e il lettore. Almeno fino alla risoluzione che arriva verso la fine del romanzo. “Come inchiostro nell’acqua” è un romanzo veramente originale, surreale, come l’oscurità nella quale è immersa la protagonista. è un romanzo articolato, ma non complesso. La sua trama si risolve lentamente, ma in maniera lineare. La scrittura di Sara Allegrini è giustamente nervosa, essenziale, introspettiva; ovviamente le descrizioni sono ridotte al minimo. La lettura di “Come inchiostro nell’acqua” è rapida, perché la storia risulta molto avvincente. Nello stesso tempo è un libro che fa riflettere sulla vita, sulle occasioni, sulle scelte quotidiane. Un libro per ragazzi che consiglio anche agli adulti. Una storia dolce-amara che fa riflettere. Una scrittura limpida che ho amato.