Silver Mountain

Silver Mountain

Luigi Falorni

Carla ha tredici anni e ha appena perso la madre, quando il padre, un ingegnere minerario, la porta con sé sulle Ande boliviane. Con i suoi campi rossi di quinoa e le polverose abitazioni dei minatori, Potosí non potrebbe essere più diversa da New York. E non l’aiuta essere finita in banco con il silenzioso Juan, che disegna draghi e odora di zolfo e miseria. A intrigarla, però, sono le leggende sul Cerro Rico, la montagna dalle vene d’argento, dove un dio terrebbe prigioniere le anime dei defunti. Ed è proprio la Silver Mountain a legare i due ragazzi in un’impresa disperata e pericolosa, in cui il confine tra la vita e la morte è sottile come una lama.
Nato in Toscana nel 1971, nel 1994 ha iniziato a studiare presso la sezione documentari della Scuola di Cinema di Monaco, e dal 1998 ha preso una specializzazione supplementare in direzione della fotografia. Nell’aprile del 2003 si è diplomato con “La storia del cammello che piange”, successivamente candidato al premio Oscar. Il suo ultimo documentario è La nascita del Gattopardo, sulla celebre opera di Tomasi di Lampedusa.

Recensioni

Ettore Mazzanti

Il tema principale di questo libro è l’amicizia, ovvero l’amicizia tra Carla e Juan. Carla è una ragazza tredicenne, che dopo la morte della madre, si trasferisce da New York a Potosì, in Colombia, con il padre, un ingegnere.
A scuola conosce Juan, un ragazzo che spesso dorme e disegna strani soggetti come se fossero sue allucinazioni. La loro amicizia inizia grazie ai racconti di Juan sul Cerro Rico, ovvero Silver Mountain, una montagna, dove secondo alcune leggende scendendo in profondità si può comunicare con le anime dei defunti. Nel Cerro Rico lavorano i mineros, ovvero i minatori, che sono vigilati dal El Tio, il guardiano delle miniere a cui loro devono portare dei doni.I due ragazzi partono per questa impresa, perché Carla vuole comunicare con la mamma e dopo svariate avventure riescono ad arrivare nel punto dove si possono incontrare i defunti.
Io mentre stavo leggendo le ultime pagine ho pensato che il romanzo potesse finire male, perché si parlava di una esplosione e potevano esserci delle vittime, ma invece non è andata così e tutto è finito bene.
La causa della sonnolenza e dei disegni particolari di Juan e delle leggende popolari è dovuta al fatto che la popolazione mastica le foglie di Coca, che in Bolivia viene coltivata come una pianta normale. In realtà da queste foglie si ricava la cocaina, una sostanza stupefacente, che crea dipendenza e notevoli danni al fisico.


Gabriele Corrado

=Blocchetto=

Titolo Silver Mountain Autore Luigi Falorni Pp 208 Costo 16.00€ Edizione Piemme

 

Questo libro è uno dei più belli che io abbia letto perché la trama mi è piaciuta e anche come è stato scritto perché parla di ragazzi della mia età ed è anche molto riflessivo su come la gente collabora per uno scopo, poi mi è piaciuto che all’interno del brano l’autore abbia messo delle parole in spagnolo non troppo difficili da tradurre.

Il libro è stato pubblicato il 22/09/2020 ed è per bambini e ragazzi il brano è molto comprensibile e veloce da leggere perché pian piano che leggi questo brano ti incanta e non smetti più di leggere e lo finisci in men che non si dica.

Il testo parla di due ragazzi, un ragazzo povero di nome Juan e una ragazza ricca di nome Carla e tutti e due avevano tredici anni, che si incontrano a Potosì un paesino boliviano perché il padre della ragazza è un ispettore della sicurezza delle miniere. La ragazza viveva a New York mentre il ragazzo a Potosì, visto che la ragazza fu costretta con il padre ad andare in questo paesino voleva tornare nella città natale ma suo padre non la ascoltava.

Uno dei miei pezzi preferiti è stato quello iniziale perché parla di due ragazzi totalmente diversi che si incontrano e diventano migliori amici e questa amicizia mi ha trasmesso un senso di felicità, invece la prima volta che si sono incontrati i protagonisti, era un po’ strano non sapevo capire come mi sentivo; così ho aspettato il proseguimento e li ho provato quasi tutti i sentimenti. Un altra cosa è l’amore paterno da una parte il ragazzo vuole bene a suo padre, e mi sentivo felice, invece la ragazza non considerava il padre, e provavo rabbia e tristezza. E la parte in cui mi ha fatto riflettere ed emozionare è stata la morte del padre del ragazzo, in quel momento ho sentito un senso di vuoto e ho riflettuto a quanto sia importante un padre.


Mattia Cacciari

All’inizio la lettura mi annoiava, non riuscivo a immedesimarmi nei personaggi, perché spesso non ne capivo le decisioni e forse questo libro sarebbe più adatto a lettori più piccoli, la trama, a livello generale, non mi stava interessando molto; andando avanti la storia ha iniziato a intrigarmi, anche se alcuni personaggi principali non li ho apprezzati forse perché a volte mi sembra facciano scelte poco in linea con l’idea che mi ero fatto di loro(questa però è una critica personale, penso che a molte altre persone potrebbero piacere molto).

Ho trovato molto interessante la visione della situazione dal punto di vista dei “mineros” (i minatori che scavano nella montagna) secondo cui viene spesso descritta la situazione, che, contrariamente a quanto pensasse Walter, sapevano benissimo che la miniera non era sicura, ma accettavano il rischio pur di lavorare e riuscire a sfamare le proprie famiglie.

Ogni volta che leggo libri ambientati fuori dall’Europa, o comunque in zone dove non è arrivata la cultura occidentale, mi stupisco e impressiono di quanto tutto sia così diverso dal mondo in cui sono abituato a vivere. Mi appassiona sempre scoprire nuovi usi e tradizioni di popolazioni lontane e, anche se non l’ho apprezzato tantissimo, il libro è scritto bene. Questo libro mi ha fatto riflettere molto anche sul lutto e sul modo diverso in cui ognuno di noi lo affronta, e quanto questo può influenzare poi il resto della propria vita.

Il finale mi è piaciuto molto e, prima che Walter trovasse i due ragazzi svenuti, credevo che tutto quello che è successo con “el Tio” (divinità personificazione della montagna venerata dai minatori) fosse vero, adesso credo che quell’incontro sia una metafora della lotta tra la morte e la volontà di continuare a vivere.

Lo consiglierei a coloro che amano l’avventura ma non il mistero, lo sconsiglierei invece a chi, come me, è appassionato di trame intricate e strabilianti colpi di scena.


Alex Sandica

Scritto da Luigi Falorni,”Silver Mountain” è un libro in commercio dal 22 settembre 2020,e parla di una ragazzadi nome Carla;

Lei ha tredici anni e ha appeno perso la madre quando il padre,un ingegnere,la porta con sé sulla Ande boliviane.

Con i suoi campi rossi di quinoa e le polverose abitazioni dei minatori,Potosì non potrebbe essere più diversa di New York.

E non l’aiuta essere finita in banco con il silenzioso Juan,che disegna draghi e odora di zolfo e miseria.

A intrigarla,però,sono le leggende sul Cerro Rico,la montagna dalle vene d’argento,dove un dio terrebbe prigioniere le anime dei defunti.

Ed è proprio la cosìdetta “Silver Mountain” a legare i due ragazzi in un’impresa disperata e pericolosa in cui il confine tra la vita e la morte è sottile come una lama.

Questo libro mi è piaciuto per il fatto che si parla di un’avventura che questi due giovani,Carla e Juan,affrontano.

Lo consiglio per gli amanti delle avventure.


Maya Sali

Sul libro “Silver Mountain” di Luigi Falorni, a essere sincera, devo dire che ho opinioni contrastanti. Il libro di per sé è molto particolare, sia per lo sviluppo della trama che per lo stile e il linguaggio. In generale non mi è dispiaciuto per nulla leggerlo, perché ho trovato la scrittura davvero leggera e scorrevole, e soprattutto mi sono ritrovata più volte nei panni della protagonista, soprattutto perché so cosa vuol dire perdere un genitore. L’analisi della psicologia di Carla, dei suoi pensieri e delle sue emozioni, quindi, mi è piaciuta davvero tanto, perché l’autore ha illustrato per bene il processo del dolore e della perdita, che inizialmente comprende anche la negazione e soprattutto la ricerca e la speranza, nonostante si sia coscienti e consapevoli della situazione, di un modo per farli rimanere con noi. Anche lo sviluppo del suo rapporto col padre mi ha interessato, perché si vede come Carla abbia bisogno di lui e viceversa, e sono stata contenta quando, alla fine, sono riusciti ad avvicinarsi e a risolvere i loro problemi. L’unica cosa che non mi ha fatto impazzire di questo libro, invece, è che in alcuni punti l’ho trovato un po’ scontato e forse anche un po’ infantile, ad esempio la parte del “sogno” quando Carla e Juan sono svenuti. In generale l’idea di base potrebbe essere anche interessante e coinvolgente, ma personalmente non mi è piaciuto molto come è stata sviluppata. Per tirare le conclusioni, però, devo dire che i punti a favore superano di gran lunga quelli negativi, quindi in generale sono contenta di aver letto questo romanzo, perché l’ho trovata una lettura interessante e soprattutto che tratta temi davvero importanti.


Aurora Brandi

Il libro mi è piaciuto molto sia riguardo alla storia sia per la scrittura semplice e scorrevole, tanto che in alcune parti del romanzo mi immaginavo di essere la protagonista.
In particolare mi é piaciuto molto la parte in cui la ragazza e il suo amico entrarono nella miniera per trovare la vena di ferro e gli spiriti, in particolare in questo punto della storia mi metteva un pó d’ansia perché ad un tratto i ragazzi dovevano scappare da un gruppo di uomini malintenzionati.
La protagonista che pensava di vivere in un luogo molto noioso, scopre che non fosse così tanto noioso.
L’apparenza inganna per cui é necessario scavare sempre molto a fondo cosi come i minatori, quando scavano per cercare metalli pietre preziose.


Gabriele Harff

Ho scelto di leggere questo libro perchè ero stato rapito dalla bellissima copertina, comunque la mia scelta si è rivelata azzeccata. Infatti ‘Silver Moutain’ si è dimostrato un libro non comune, veramente interessante e avvincente. In questo racconto vengono racchiusi vari generi letterari, da quello romantico fino a quello dell’orrore, passando per il genere avventuroso. Scopriamo la passione amorosa nel rapporto tra Carla e Juan, i due protagonisti della storia. Viviamo l’avventura quando i due ragazzi si inoltrano nella miniera. Proviamo paura quando i due protagonisti rischiano di morire rinchusi nell’oscurrità.
Inoltre, il libro non è molto lungo (all’incirca 200 pagine) ed è scritto in modo scorrevole, perciò lo consiglio caldamente a chi è alla ricerca di una storia non particolarmente impegnativa ma entusiasmante.


Matilde Riga

Leggendo la trama, la storia mi ha incuriosita e le prime pagine hanno confermato la validità della mia scelta: l’originale ambientazione in America Latina unitamente ai riferimenti a storie mitologiche, che mi hanno sempre affascinata, mi hanno indotta a sperare in un racconto avvincente e soprattutto diverso dai soliti stereotipi. Così inizialmente mi sono lasciata coinvolgere dalle vicende dei due giovani protagonisti, entrambi motivati da desideri difficilmente realizzabili, se non con un aiuto divino.

Sinceramente il finale mi ha lasciata alquanto perplessa perché speravo in una svolta più realistica della vicenda: un incontro, un evento, insomma qualcosa che li inducesse a riflettere sui rischi di realizzare i desideri impossibili. Invece tutto procede nell’assurdo, trasformando la realistica e avvincente situazione iniziale in un epilogo a mio parere incoerente con il resto della storia.


PIetro Travaglini

Silver Mountain (Luigi Falorni) è un libro affascinante che racconta l’avventura di una ragazzina, Carla, che si è da poco trasferita a Potosì insieme al padre per motivi di lavoro. La madre di Carla è morta da poco e lei apprende dal guidatore di un SUV che li porta fino a Potosì di una leggenda che parla dell’esistenza di un dio che abita la montagna Cerro Rico e che colleziona le anime all’interno della montagna. Carla allora, insieme al compagno di classe Juan, è intenzionata a trovare l’anima di sua madre.
La storia prende luogo sulle Ande boliviane, dove i campi di quinoa, rossi come il fuoco, colorano le vallate.
La narrazione è molto piacevole e il libro si legge molto facilmente, grazie ad un linguaggio e ad un tipo di scrittura che intrigano il lettore con un ritmo incalzante. Ho trovato il libro molto piacevole e facilmente leggibile nel giro di uno o due giorni, poiché la storia mi ha appassionato molto. Lo consiglio a chi ama i libri di avventura e a coloro a cui piacciono narrazioni ambientate nell’America del sud, luogo a me caro nonostante non abbia mai avuto il piacere di visitarlo.


Giacomo Crisci

Carla e Juan sono i protagonisti di questa storia piena di cambiamenti stravolgenti, infatti i due ragazzi dal non considerarsi diventano migliori amici, o forse qualcosa di più.

Infatti Juan ha qualcosa che incuriosisce Carla, la sua storia con la miniera nel Cerro Rico, dove sono custodite le anime dei defunti, e chi lo sa, anche quella della madre di Carla? E anche Carla ha qualcosa che piace a Juan, infatti suo padre ha un metal detector, utilissimo per trovare l’argento nella miniera del padre di Juan.

All’inizio del libro è narrata questa scena in cui Carla e il padre Walter stanno arrivando a Potosì, vanno percorrendo le tipiche strade sterrate tra le alture rosse boliviane, piene di metalli.

Anche se non ci sono mai stato in questi luoghi, mi sembra quasi che invece ci sia stato, essi mi fanno riaffiorare il ricordo di un programma televisivo che guardavo qualche anno fa, dove grandi camion commerciali dovevano esportare materiali di cui il territorio è molto ricco, come caffè, argento e altri metalli, percorrendo queste magnifiche strade, artigianali oserei dire, caratteristiche del territorio.

In questo libro i fatti sono descritti in modo abbastanza semplice e scorrevole.

Le varie ambientazioni che si sviluppano sono caratterizzate da una assoluta discordanza tra di esse, infatti si va dai motivi romantici tra i due ragazzi ad avventure pericolose in cui i due  rischiano perfino la vita.

È un libro che si legge velocemente, consigliato anche per i più piccoli che hanno voglia di racconti pieni di avventure.

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