Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metrò

Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metrò

N. Bortolotti

Una storia di riscatto, solidarietà e tenacia: perché solo quando ci crediamo fino in fondo, i sogni possono diventare realtà. Ahmed Malis, un ragazzo di origine egiziana, figlio di genitori immigrati a Milano negli anni Ottanta, ama disegnare ed è un vero prodigio autodidatta. La sua famiglia, però, non ha abbastanza disponibilità economica per mandarlo all’Accademia d’arte e sogna per lui un futuro solido, non certo da artista. Ahmed frequenta insieme ai suoi fratelli il centro di aggregazione giovanile CDE Creta, molto attivo nel quartiere milanese del Giambellino. Proprio qui, grazie all’iniziativa di un educatore che più di tutto vuole dare una chance a questi adolescenti spesso allo sbando, Ahmed riesce a pubblicare i suoi disegni sul Corriere.it e a realizzare il suo sogno. I disegni della copertina e degli interni sono di Ahmed Malis.
Nasce in Svizzera, ma vive in Italia. Laureata in pedagogia, redattrice Mondadori, autrice per ragazzi e per adulti, incontra studenti nelle scuole di tutta Italia e della Svizzera. Ha pubblicato per Sperling & Kupfer Il filo di Cloe ed E qualcosa rimane (premio Carver e Leonforte); per Mondadori Sulle onde della libertà; per Einaudi ragazzi In piedi nella neve (premio Gigante delle Langhe e premio Cento), Oskar Schindler Il Giusto e La bugia che salvò il mondo. Per Harper & Collins Chiamami sottovoce (premio Alvaro Bigiaretti e Giuditta), grazie al quale è stato girato un docufilm per Rai 3.

Recensioni

Elena Bencistà

La storia di cui narra questo libro è la storia di, come dice il titolo, Ahmed Malis, un ragazzo che “guidava gli autobus e voleva disegnare”. Durante la lettura ero molto presa dalle tematiche che, anche se non affrontate direttamente, tramite la vista in terza persona della vita del personaggio sono riuscita a comprendere quanto la vita con lui sia stata dura. Mi è piaciuta molto la narrazione perché è stato usato un lessico con registro linguistico non molto alto e quindi facilmente comprensibile; come voto do un 3 e mezzo/ 5.


Giacomo Papini

Una storia di riscatto, speranza, la storia vera di un sogno che diventa realtà: “la storia del bambino che guidava gli autobus e voleva disegnare”.

E’ un libro che ho letto tutto di un fiato, che attraverso la narrazione coinvolgente della scrittrice, personalmente ha dato l’impressione che Ahmed mi stesse raccontando di persona la sua storia, grazie anche all’uso di terminologie giovanili, la scrittrice riporta realtà adolescenziali che coinvolgono drammi in famiglia, delusioni, violenze e discriminazioni fino ad arrivare a una visione di riscatto e fiducia.


Arianna Fantini

Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metro, è il titolo del libro che racconta la storia di Ahmed, un ragazzo egiziano che non ha mai avuto nulla fin dalla giovane età se non le sue matite e i suoi amati fogli dove disegnava e esprimeva se stesso. Ahmed si trova a Milano con la sua famiglia e la sua storia è ambientata negli anni Ottanta: qui vive con la sua famiglia. Questa è molto particolare e Ahmed ha un rapporto molto particolare con il padre che spera per lui un futuro solido e soprattutto di successo. Ahmed non ama la scuola e soprattutto non desidera il futuro che ha in serbo il padre, cerca qualsiasi modo per difendere il suo sogno.
Il fratellino di Ahmed lo aiuterà; il piccolo della famiglia frequenta un centro di aggregazione dove Ahmed riuscirà a trovare la sua vera strada. Il protagonista del libro non avrà una vita facile: tra la scuola, le amicizie e le compagnie sbagliate e il problema di essere straniero lo accompagneranno per tutta l’adolescenza facendogli vivere esperienze molto tristi. Saranno solo la sua determinazione e la sua tenacia che lo aiuteranno a sbocciare nel mondo e a farlo diventare qualcuno di cui lui è fiero. Le tematiche principali del libro sono infatti le avversità che un ragazzo nel suo periodo dell’adolescenza può affrontare: la tenacia e la tristezza, i pregiudizi e le paure, il non sentirsi abbastanza e il rifiuto dei genitori. Principalmente nella storia di Ahmed i pregiudizi vengono dal razzismo e dalla paura dello straniero, ma nonostante le avversità e le sfide che la vita e le persone ci pongono, Ahmed ci insegna che non bisogna mai abbattersi.
Il libro ha dei significati molto profondi e belli e a tratti pesanti, ma sono raccontati con molta leggerezza e sono soprattutto molto comprensibili. A tratti il libro era poco scorrevole e alcune parti poco comprensibili per i lunghi periodi, ma nel complesso il libro lo consiglierei a grandi e piccini perché é capace di emozionare e soprattutto di far aprire gli occhi a molte persone.


Denisse Buitron Ruiz

Libro molto stimolante e scorrevole. Penso che l’autrice sia riuscita ad entrare perfettamente nella testa di Ahmed Malis, una persona che realmente esiste, e descrivere la sua storia, che per quanto complicata, è stata molto interessante.


Giacomo Battistini

Ahmed Malis è un ragazzo di origine egiziana, figlio di genitori immigrati a Milano. Ha un eccezionale talento e una grande passione per il disegno, ma la sua famiglia non ha abbastanza disponibilità economica per iscriverlo all’accademia delle belle arti, inoltre suo padre vuole per lui un futuro “solido”, e non quello da artista.
Ahmed non si arrende, continua a disegnare e frequenta insieme ai fratelli un centro di aggregazione, un luogo in cui gli adolescenti allo sbando possono passare momenti positivi in spensieratezza.
In un mondo di discriminazioni, povertà e sogni infranti la storia di Ahmed, suo fratello Islam che scrive musica e di sua sorella Amina che compone poesie, si intreccia con quella di un altro ragazzo in difficoltà, Tam, e di una ragazza, Sara. Un libro che parla delle vite difficili, come tanti altri hanno, di alcuni adolescenti, senza nessun particolare che le faccia differire da storie già sentite.


Margot Prever

Trovo che la storia che si cerca di narrare in questo libro sia di per sé molto avvincente ed emozionante ma viene raccontata in una maniera che non ho apprezzato affatto. Si parla di giovani che passano le loro giornate per strada, giovani che per quanto simpatici e divertenti compiono molte azioni sbagliate, ciò non significa che facciano solo queste cose. Sembra che si voglia evidenziare i comportamenti sbagliati di queste persone per far sì che vengano evitati. Trovo che sia molto sbagliato perché una storia del genere dà la possibilità di raccontare ciò che porta i ragazzi a fare determinate azioni e non le azioni stesse, che vanno solo a sminuirne le motivazioni. Inoltre viene spesso usato un gergo “giovanile” che utilizzato a sproposito ferisce semplicemente la dignità di chi utilizza determinati termini. Leggere “fra” e “bro” ogni dieci righe è molto irritante e rovina completamente momenti interessanti e ragionamenti profondi. Ci sono molti argomenti che ho trovato gradevoli, come l’amicizia di Ahmed con un senzatetto e la volontà del ragazzo di vivere per l’arte e di arte. La storia di per sé è infatti molto bella, ma una storia bella deve essere trattata bene.


Teodora Sestini

Un libro abbastanza semplice da leggere, scorre bene, ma la quantità di canne e problemi mentali che si fanno i personaggi sono leggermente elevate (per non parlare della quantità di “fra”).

Sintesi: meno peggio di quello che pensassi ma comunque lo consiglio solo ai maranza.


Emma Kiyomi Pagliai

“Sarò all’altezza?” si domanda il giovane ragazzo araboitaliano cresciuto nelle case Aler di Milano quando gli offrono una borsa di studio per la NABA.

Ahmed Malis è un giovane ragazzo con il talento del disegni ma senza sbocchi per la situazione della sua famiglia; fin quando sua sorella Amina lo porta ad un centri per giovani che gli apre un nuovo mondo…

In questo libro viene utilizzato un linguaggio molto colloquiale, a tratti fin troppo, ma questo aiuta a far capire il mondo in cui il protagonista vive e apre gli occhi su situazioni che non tutti i ragazzi conoscono bene.


Shaba Irshad

DISEGNAVO PAPPAGALLI VERDI ALLA FERMATA DEL METRÒ è un libro

stupefacente, nel quale viene raccontata la vita di Ahmed Malis, un giovane

egiziano che è dotato di estro artistico.

Questo libro ci invita a riflettere, a mantenere la speranza e a mantenere la fiducia in te stesso, in ciò che sei capace di fare.
Ahmed vive in un quartiere popolare di Milano dove emergono drammi sociali, paure represse, delusioni e violenze vissute da giovani immigrati, le cui vite sono troppo spesso dimenticate e ignorate dalla nostra società odierna.
L’uso frequente dello slang giovanile e la storia narrata fa entrare il lettore nei pensieri e nella vita quotidiana del personaggio che vive in difficolta come molti altri giovani. Un giovane che cerca un posto per sé in un paese straniero, un libro che contrappone la povertà tangibile al lusso dell’immaginazione.
La libro non solo è piacevole da leggere perché utilizza termini comunemente usati dai giovani, ma è anche piuttosto educativo perché ci spinge a riflettere sulla varietà e condizioni di vita diverse e sul fatto che noi possiamo fare un cambiamento a partire da piccoli ma significativi gesti quotidiani. E nel nostro percorso verso il sogno non dobbiamo farci influenzare dal caos che c’è attorno a noi.


Marco Valleggi

Siamo a Milano in un quartiere malfamato dove vivono extra-comunitari e italiani in cattive condizioni economiche. Il protagonista del libro è Ahmed. E’ un ragazzo di origini egiziane. Vive in casa con un fratello più piccolo, Islam, una sorella più grande, Amina, e i loro genitori. In questo quartiere sono tutti poveri e circolano fumo e droga. I tre fratelli grazie anche alle loro passioni e al centro giovani che frequentano riescano a non farsi travolgere dalle cattive amicizie e cattive compagnie. Ahmed è bravissimo a disegnare, Islam è un bravo cantante rap e ad Amina piace scrivere romanzi. Tra loro c’è un patto per cui si aiutano a vicenda senza chiedere soldi ai genitori. Tutto è facile fino a quando Islam e Ahmed sono alle superiori. Il problema nasce quando Ahmed deve pagare le tasse universitarie. Amina riesce ad anticipargli la tassa di iscrizione all’università delle belle arti ma resta da pagare la retta. Proprio la grande passione che ha Ahmed nel disegnare va in aiuto al ragazzo. Nel quartiere sul marciapiede viveva un senzatetto. Il ragazzo e l’uomo diventano amici e Ahmed per consolarlo gli regala tre disegni. Questi disegni andranno in mano al rettore dell’università che gli concede una borsa di studio. Ahmed e i suoi fratelli sono da ammirare ma non sono unici perchè in situazioni come loro si possono trovare alla periferia di tante città. Questo libro mi ha fatto riflettere. Non tutti hanno la stessa fortuna. Io ho una bella casa, bei vestiti, e non mi manca niente anche se a volte vorrei ancora di più. I tre fratelli invece si accontentano di quello che possono avere e senza chiedere ai genitori. Dopo aver letto questo libro ripropongo a me stesso di essere più umile e accontentarmi ma chissà se ci riuscirò.


Marco Lucchesi

“Disegnavo pappagalli verdi alla fermata della metrò” è un libro per ragazzi di Nicoletta Bortolotti, la quale racconta la storia del riscatto del giovane artista egiziano che vive a Milano, Ahmed Malis.

Ahmed è figlio di immigrati, e questi non hanno i soldi per mandarlo in un’accademia d’arte e vorrebbero un futuro certo per il figlio. Ma grazie ad un educatore di un centro giovanile di Milano, Ahmed riesce a pubblicare sul Corriere.it i suoi disegni.

Questa è una storia vera, che parla della difficoltà della vita di un giovane ragazzo immigrato in Nord Italia, con un padre che insiste sul far trovare ai propri figli un lavoro sicuro. Ahmed vuole rendere fieri i propri genitori, ma gli è spesso assai difficile per la scarsa condotta scolastica e per le cattive compagnie che si trova.

Secondo me la difficoltà di questo libro non sta nella sua composizione , anzi, è ben scorrevole con uno stile piuttosto semplice, la particolarità è che tutto ciò che si legge accade ad una persona che esiste davvero e che affronta un sacco di tematiche molto attuali.

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